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lunedì 21 dicembre 2009

L'INVITO PANGENDER (IL DIRITTO DI TUTT* ALL'IDENTITA' DI GENERE)

STA PER NASCERE CRISALIDE PANGENDER.... L'INVITO A 360 GRADI
(per ulteriori info: http://www.pangender.it)


Dal 2007 Crisalide AzioneTrans, a seguito di numerosi eventi che hanno caratterizzato le dinamiche interne ed esterne del “movimento LGBT” italiano, ha ritenuto il proprio compito di “associazione transgender”, in via di esaurimento. Per il 2010 – dopo un paio di anni di sperimentazioni ed elaborazioni interne, l’Associazione intende “rifondarsi” con nuove modalità e obiettivi.
L’essere contemporaneamente Associazione Transgender, interna ad un movimento che risulta essere una sommatoria di condizioni “gay + lesbiche + bisessuali + transgender” (a cui talvolta si aggiungono Queer + Intersessuati) e dentro un incrocio ideologico di “posizionamenti politici” di Enti il cui scopo dovrebbe essere più “simil sindacale” piuttosto che “simil partitico”, ha posto la nostra Associazione di fronte all’obbligo di un’analisi sui perché dell’essere “movimento LGBT” per come si è espresso fino ad oggi e soprattutto sui perché delle tante sconfitte (o mancate vittorie) sul piano dei diritti delle svariate “categorie” di persone teoricamente rappresentate da una pletora di sigle non indifferente.

Le conclusioni cui siamo giunt* ha messo in evidenza – secondo noi – la non più attualmente valida formula della sommatoria “L+G+B+T” e l’inadeguatezza di un movimento che trova in ragioni “ideologiche” di schieramento di politica generale, motivi di conflittualità paralizzanti. Conflittualità che di solito si cerca di risolvere attraverso la ricerca di un compromesso che alla fine rende debilitate e con le “unghia spuntate” le azioni comuni di tutela e/o promozione dei diritti di tutte le realtà incluse nella ormai un po’ logora sigla.

Ci siamo quindi chiest* se e cosa poteva e potevamo cambiare.

Quale fosse il miglior “comun denominatore” che mettesse insieme realtà anche molto diverse fra loro (come l’orientamento sessuale e l’identità di genere o l’identità di genere e l’intersessualità).


Ciò che abbiamo concluso, cercando di osservare sia la storia del nostro movimento, sia le quotidianità e le cronache, è che non l’orientamento sessuale, non il transgender, ma il Gender, è l’elemento che costituisce il denominatore comune più rilevante. Le condizioni disgreganti e anti-identitarie del “movimento” sono state spesso legate ad elementi connessi all’espressione di Genere. Elementi che hanno creato la maggior parte delle incomprensioni, estraneità, isolamenti, discriminazioni all’interno di un movimento che ha creduto per troppi anni che la sommatoria aritmetica di diverse condizioni, fosse sufficiente come elemento unificante del movimento.


A determinare chiusure mentali e culturali, è infatti ancora oggi l’espressione di genere non “definita dualmente”. Il gay effeminato visto come un problema dagli omosessuali aderenti allo stereotipo di genere maschile. Oppure la lesbica mascolina rispetto all’identità di genere femminile, tra le donne. Ma anche l’opposto: la lesbica “femminile” all’interno di un movimento lesbico critico verso ogni aspetto che in qualche modo faccia riferimento al gusto estetico maschile. Il gay effeminato che sradica la possibilità di sentirsi normale al gay “eteromimetico” a causa del suo aspetto e comportamento (Maicol al Grande Fratello?), ma anche il gay ipermascolino che, rifiutandosi di “cedere virilità” agli uomini etero, ad altri appare strategicamente fuori luogo. Machi e Gay contemporaneamente? Alcuni pensano che sia troppa “esibizione” nel far passare l’idea che si possa essere accettati (e quindi beneficiati da diritti), in una società maschilista e “binaria” che vede nettamente separati i ruoli e gli stereotipi maschili e femminili indissolubilmente legati ai relativi orientamenti sessuali “ammessi”. Anche in ambito “trans”, la “transgender” dichiarata, non operata per scelta, mette in crisi, con le sue rivendicazioni di diritti, chi si ritiene “transessuale”. “errore della natura”, “donna nata in corpo di uomo” e che desidera – nella transizione – lo “sparire” nella più assoluta normalità legata agli stereotipi femminili (e viceversa per il percorso di transizione opposto). Specularmente la ed il transgender dichiarato che entra in conflitto con quelle persone che si dichiarano transessuali e vogliono - terminata la loro personale transizione - tornare ad una vita totalmente privata abbandonando le altre persone trans alle loro battaglie e spesso rinnegando d’essere mai state/i trans loro stesse/i.


I bisessuali, i pansessuali, ritenuti troppo spesso meri “viziosi” dal potere “genderista/sessista” che domina la cultura in cui viviamo, ma anche troppo spesso ritenuti “gay non abbastanza coraggiosi da dichiararsi omosessuali” da parte di molta gente omosessuale.


La visione “omosessuale” piuttosto che “omoaffettiva” rende difficile comprendere la bisessualità come condizione dignitosa. Se invece si ragionasse in termini di affettività e di “identità di genere” (in un senso allargato e non di esclusiva “trans”), diventerebbe semplice comprendere come alcune persone si innamorino delle “individualità” a prescindere dal loro sesso, dalle forme del corpo più o meno “androidi o ginoidi”.


Così come potrebbero essere compresi quegli uomini e quelle donne che “preferiscono la trans” sia per l’aspetto erotico, sia per l’aspetto affettivo, sia per l’aspetto di genere, se si ragionasse in termini che diano il diritto a chiunque ad avere una propria “identità di genere” personale, non stereotipata, senza dover per forza essere giudicati come “gay mancati”.


Ed anche comprese quelle lesbiche che si innamorano di una trans non operata e vengono immediatamente espulse dalla “comunità” come traditrici e “amanti del pene (eufemismo)”. Quest’ultima cosa è capitata a me personalmente. Non si dica che non è vero.


Rientra nel diritto alla espressione della libertà di Genere (Identità di Genere) anche l’uomo eterosessuale che amerebbe fare in pubblico “l’uncinetto” (o qualsiasi altro interesse visibile e stereotipatamente assegnato alle donne) ma deve reprimersi salvo essere considerato automaticamente “femminuccia” o “gay” (questo peraltro rivela come ragionare in termini di solo orientamento sessuale determini una gran confusione tra “gender” e “sessualità” in tutti e chiunque).


Dentro il diritto generalizzato alla libera espressione della propria identità di genere originale - che noi chiamiamo “pangender” perché più di “multigender” rappresenta una sintesi piùttosto che un’altra sommatoria - sta il progetto della nuova Crisalide.


Crisalide PanGender, aperta alle persone di ogni “identità di genere” e quindi ad ogni possibile orientamento sessuale (lecito in quanto adulto e consensuale), quindi aperta alla persona intersessuata, alla persona transgender, alla persona lesbica mascolina, alla persona lesbica “lipsitick”, alla persona etero mascolina, alla donna etero femminile, all’uomo gay “macho”, alla persona gay effeminata ed anche alla donna e all’uomo che si identificano con gli stereotipi di genere assegnati, ma che li considerano vissuti personali fra tante altre possibilità di essere.

Non più una sommatoria ma una consapevolezza che nella libertà dell’espressione di genere è incluso l’orientamento sessuale (che anzi si amplia nelle sue sfumature, nella misura in cui esistono omosessuali attratti solo da uomini effeminati piuttosto che mascolini, esistono lesbiche attratte da donne “femminili” piuttosto che “mascoline”, esistono uomini che non amano gli altri uomini ma s’innamorano della transgender, e donne che preferiscono i trans ftm agli uomini nati tali, e trans che preferiscono i/le trans, ecc. ecc.) e che solo da questa prospettiva potrà nascere una consapevolezza di “movimento unitario” e non più di una sommatoria di differenze che spesso neppure sono state capaci di conoscersi e amarsi.

Si dirà: ma questo è “transgender”. Forse sulla carta. In realtà poi con transgender si è sempre intesa la persona che transiziona da un “gender all’altro” magari senza alcuni passaggi più “cruenti” (o apparentemente tali per chi non li vive come essenziali).


C’è bisogno quindi di un nuovo termine per una nuova consapevolezza, nella quale l’essere transgender è sicuramente la condizione più ostacolata, più stigmatizzata di altre ma che non si differenzia in qualità, ma solo in “quantità” rispetto anche all’uomo eterosessuale con alcune tendenze o interessi considerati effeminati.


Consapevolezza che dentro la realtà “pangender” - che include intersessuati, transgender, gay, lesbiche, etero, uomini più o meno stereotipatamente mascolini o femminili e donne più o meno stereotipatamente femminili o mascoline e molte altre “sfumature” di genere - non tutte le realtà subiscono pari stigma e discriminazioni violente, ma che anche in questo caso si tratta di quantità di stigma e non di qualità dello stesso.


L’”etero con l’uncinetto” sarà spesso discriminato meno della transgender o del transgender solo perché la sua libertà di espressione di genere si discosta meno da quella “stereotipata” e con l’imprimatur della cultura della chiesa romana e vaticana che tanto ha influenzato il pensiero occidentale.


Nasce per questo Crisalide PanGender. Resta il nome Crisalide perché questa parola è legata alla trasformazione e alla libertà, perché storicamente Crisalide è stata la prima associazione statutariamente transgender e non transessuale e quindi già innovativa 10 anni fa.

Resta il nome Crisalide come simbolo di una immagine di serietà data negli anni.
Il resto però cambierà. Almeno questo è l’invito!

Saremo un’Associazione che interviene nel sociale ma anche un gruppo di persone che studieranno e cercheranno di produrre materiale che spieghi la pacificazione a cui porterebbe un pensiero pangender diffuso fra la gente.


Forse all’inizio la nostra Associazione avrà una maggiore attrattiva verso le persone trans e magari verso i gay effeminati e le lesbiche butch, a causa della decennale storia di Crisalide, ma l’apertura è davvero a 360 gradi verso la libertà d’espressione di genere delle persone tutte.


Questo lo sforzo e l’invito. Chi ci crede o si convince della giustezza di un’esigenza unificante relativa all’Identità di Genere, come elemento, diritto, di ogni persona, per determinare un movimento, un pensiero meno disgregato e settario, è benvenut* nella nuova Associazione che sta per nascere.

Presto apriremo le prenotazioni per l’iscrizione alla nuova Associazione.


Mirella Izzo

del Comitato Promotore per la nascita di Crisalide Pangender

Genova 14/11/2009

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